martedì 29 luglio 2014

IX Convention Azzurri ’94 a Marradi il 9 agosto Sciogliamo le ali alla libertà nelle Regioni Rosse e Nave Azzurra il 13 Settembre Rimini-Cervia-Gabicce


Gabriella Bianchi Pezzuto e Rodolfo Ridolfi
Conferenza Stampa Ristorante Rimini KeyIX Convention Azzurri ’94 a Marradi il 9 agosto Sciogliamo le ali alla libertà nelle Regioni Rosse


Le Donne e gli uomini di Azzurri’94 con Silvio Berlusconi sono già  al lavoro per Forza Italia. A livello della   Regione Emilia Romagna tutti  i promotori di Azzurri ’94 hanno dimostrato lungimiranza  politica e determinazione nel condividere lo spirito, i principi e le idee che hanno caratterizzato la politica di Silvio Berlusconi e di Forza Italia e si sono impegnati ad essere un punto di riferimento per chi sa coniugare il rinnovamento con l’antico cuore (che non significa affatto nostalgia) di proposte e programmi politici concreti e capaci di generare ripresa e sviluppo. Azzurri ’94 diventa quindi un sostegno per Forza Italia, movimento che va a configurarsi come lo avevano immaginato quelli di Azzurri ’94, in una struttura agile, flessibile e radicata sul territorio. Formata nei suoi gangli organizzativi per lo più da fedelissimi del '94, e tanti giovani. Tutti coloro che anche nella nostra regione nell’autunno del 2012, sottoscrissero Il manifesto appello Azzurri ’94 con Silvio Berlusconi hanno confermato il loro impegno a lavorare attraverso i clubs ed il movimento politico per Forza Italia. Oggi presentano a Rimini le loro iniziative: la nave azzurra di sabato 13 settembre e la IX Convention di Marradi nella Romagna Toscana di sabato 9 agosto. Questi eventi  saranno  l’occasione per un contributo di idee e di programmi per realizzare dopo quarantaquattro anni l’alternativa al regime delle giunte rosse. Come nel 2013 saranno Rodolfo Ridolfi il coordinatore di Azzurri ’94, già V.Presidente del Consiglio Regionale dell’Emilia Romagna  e Gabriella Bianchi, responsabile Regionale dei Seniores di Forza Italia, ad introdurre i lavori della prime rilevanti manifestazioni di Forza Italia, cui parteciperanno anche, dirigenti eletti e militanti azzurri della Toscana, delle Marche  e dell’Emilia Romagna. Momenti centrali della convention saranno gli interventi degli onorevoli Massimo Palmizio  e Stefania Fuscagni e l’intervento telefonico dell’on Renato Brunetta presidente dei deputati di Forza Italia. Presentando l’iniziativa,  presente anche il neo coordinatore di Forza Italia di Rimini Filippo Giorgetti,  Rodolfo Ridolfi ha sottolineato come  Forza Italia ed il centrodestra devono tornare ad essere l’alternativa di governo democratico credibile. L’elettorato infatti  in questi ultimi anni in Emilia Romagna, non sempre ha percepito Forza Italia come partito di opposizione al PD e ha finito per identificarsi nella opposizione fine a se stessa e tutta interna ad un sistema di valori e di programmi sostanzialmente comunisti e di sinistra quali quelli rappresentati dai cinque stelle. Ecco perché invece di concentrarci sull’alchimia dei meccanismi elettorali e dei candidati alla successione dobbiamo affermare che le vere primarie del centro destra devono essere quelle delle idee e dei programmi insistendo ad esempio sull’occupazione, sui servizi sanitari, sulla scuola, sulla sicurezza non dimenticando mai  di sottolineare come nel momento di massima oppressione fiscale per le famiglie e per le imprese sia intollerabile lo stato di favori,  di esenzione fiscale e di elusione fiscale legalizzata di cui godono le coop rosse. Prioritari  sono i temi e valori come la giustizia-giusta, l'equità fiscale ed un rinnovato e corretto rapporto con le istituzioni nel presupposto di uno Stato che affianchi, sostenga ciascuno e non rappresenti piuttosto un nemico da temere e dal quale doversi difendere''. ''Insomma, la strada da percorrere è quella indicata dall'intuizione di Silvio Berlusconi sin dal '94: più società e meno Stato. In vista delle imminenti elezioni regionali i militanti di Forza Italia  e del centro destra, devono ritrovare una forte passione civile devono esprimere candidati capaci di parlare al cuore della gente, perché capaci di difendere la persona, la sua dignità, la vita umana, la nostra identità culturale, civile e religiosa. Ciò che occorre sono scelte coraggiose, per  realizzare istituzioni al servizio della società civile e non delle burocrazie che vi lavorano, perché, nonostante tutto, c’è una società civile pronta ad assumersi maggiori responsabilità. Possiamo e dobbiamo rigenerare la politica, perché abbiamo cuore e idee per riuscirci. Gli Azzurri del ’94 sono fortemente impegnati nel tesseramento che condurrà ai Congressi Comunali e Provinciali previsti per la fine del 2014 e l’inizio del 2015 e nella campagna elettorale per le Elezioni Regionali. Dopo aver partecipato alle diverse sedute della commissione dedicata alla presenza dei Rom ed aver ascoltato i vari esponenti di comitati cittadini, dirigenti scolastici, il Comandante della Polizia municipale, il responsabile dei servizi sociali ed alcune associazioni, abbiamo ritenuto di dare il nostro contributo a questo percorso presentando senza perdere tempo un ordine del giorno realizzato in maniera corale e condivisa.

 
 

 

mercoledì 23 luglio 2014

DIMISSIONI DI ERRANI MOINA DEL PD O FALLIMENTO DEL REGIME PCI-PDS-DS-PD


 

Azzurri '94

 
Le dimissioni di Errani non siano una moina tutta interna al PD ma certifichino la fine di 44 anni di ininterrotto regime PCI-PDS-DS-PD

Il centro destra scenda in campo con le primarie delle idee e con il cuore

Rodolfo Ridolfi*

Le dimissioni di Errani preannunciate il 9 luglio e che giungono oggi 23 luglio possono essere un’importante occasione da non perdere dopo 44 anni di regime PCI-PDS-DS-PD alla condizione che Forza Italia ed il centrodestra sappiano essere l’alternativa di governo democratico credibile che non sempre hanno saputo rappresentare e far percepire all’elettorato che negli ultimi anni ha finito per identificarsi nella opposizione fine a se stessa e tutta interna ad un sistema di valori e di programmi sostanzialmente comunisti e di sinistra quali quelli rappresentati dai cinque stelle. Il centro destra non deve consentire che le dimissioni di Errani possano essere rappresentate come un incidente di percorso, quasi un occasione per la solita moina interna alla sinistra con finte rottamazioni, illusori ricambi generazionali nuove frontiere. Le dimissioni di Errani rappresentano al netto della vicenda giudiziaria la certificazione del logoramento e del fallimento di un potere economico, politico e sociale che deve lasciare, attraverso il voto, lo spazio di governo a Forza Italia ed al centro-destra. In queste settimane ho insistito  non debbono essere  Nel denunciare lo stretto legame tra PCI - PDS - DS - PD e coop rosse che chi vive nella nostra Regione può constatare come  un vero sistema di potere che piega e condiziona, la burocrazia, le imprese private e i cittadini. Ecco perché invece di concentrarci sull’alchimia dei meccanismi elettorali e dei candidati alla successione dobbiamo denunciare l’intero operato di quella classe dirigente dedita al valzer delle poltrone nell'amministrazione pubblica, nel partito e nelle coop rosse. Le vere primarie del centro destra devono essere quelle delle idee e dei programmi insistendo ad esempio sull’occupazione, sui servizi sanitari, sulla scuola, sulla sicurezza non dimenticando mai  di sottolineare come nel momento di massima oppressione fiscale per le famiglie e per le imprese sia intollerabile lo stato di favori,  di esenzione fiscale e di elusione fiscale legalizzata di cui godono le coop rosse.

In vista delle imminenti elezioni regionali i militanti di Forza Italia  e del centro destra in Emilia-Romagna, devono ritrovare una forte passione civile devono esprimere candidati capaci di parlare al cuore della gente, perché capaci di difendere la persona, la sua dignità, la vita umana, la nostra identità culturale, civile e religiosa. Ciò che occorre è un salto di qualità nella proposta politica capace di scelte coraggiose, di realizzare istituzioni al servizio della società civile e non delle burocrazie che vi lavorano, perché, nonostante tutto, c’è una società civile pronta ad assumersi maggiori responsabilità. Possiamo e dobbiamo rigenerare la politica, perché abbiamo cuore e idee per riuscirci.

*Coordinatore di Azzurri ’94 con Silvio Berlusconi

 
 

La Voce di Romagna del 23 luglio

martedì 22 luglio 2014

Matteo Renzi : Altro che rottamatore un vero e proprio promotore delle coop rosse come D’Alema Prodi e Bersani.



 


 

Rodolfo Ridolfi*

Leggo su “Il Giornale” Da Renzi regalo milionario alla coop indagata: maxi appalto in Angola. La Sace affida la costruzione di un'autostrada in Africa alla Cmc di Ravenna, la coop per cui lavorava il compagno "G”. Scrive molto opportunamente Fosca Bincher su “Libero” Una coop, dunque. In perfetta scia con la tradizione comunista, Renzi "regala" alla cooperativa guidata da Massimo Matteucci un appalto da 250 milioni di euro per la costruzione dei 44,8 chilometri del raccordo autostradale che collegherà Luanda alla città di Soyo. "L'operazione - spiega la Sace, la società assicurativa di Stato che ha garantito con un finanziamento da 164 milioni di euro - conferma il lungo impegno di Cmc in Angola, forte di una esperienza decennale maturata nei grandi progetti infrastrutturali in Africa subsahariana, in particolare in Mozambico.

Non mi stupisco affatto:  Le “coop rosse” a Ravenna, sono nate e si sono sviluppate in forza dei legami con il Pci.-Pds-Ds-Pd, sostenere che questi rapporti non esistano più è una ipocrisia gigantesca Le cooperative “rosse” sono l’arma più militante nel settore economico imprenditoriale e commerciale facendo del Pci, e poi del Pds, dei Ds e del Pd, il primo partito della Regione dal 1947 ad oggi. Infatti dal 1945/47 ad oggi, è stata ed è fortissima l’osmosi fra le cooperative rosse e le cellule del Pci pds-ds-pd ; è sufficiente avere un modestissimo titolo di studio, e naturalmente la tessera del partito, per entrare come lavoratore e/o impiegato in una cooperativa di consumo, di lavoro, di trasporti, di servizi sociali oppure negli enti locali in Hera etc.etc. A Ravenna la nascita della Cmc (cooperativa muratori e cementisti), è emblematica perché fu un misto di “camera del lavoro” e “ufficio di collocamento” soprattutto per dare occupazione ai manovali, agli sterratori ed a tutti coloro che erano comunisti senza lavoro. Nel giro di poco tempo, la Cmc cominciò a socializzare gli oneri, sottopagando o non pagando ad esempio gli straordinari e dandone la colpa alle imprese appaltatrici; cooperativizzò spesso il capitale dei piccoli impresari, cui non restava altra scelta se non quella di cedere l’impresa alla cooperativa, che si attribuiva così, agli occhi dei lavoratori, anche il merito di salvatrice dei posti di lavoro. Nel corso della storia più recente il Ministero del lavoro che aveva la vigilanza sulla cooperative pur in presenza del mancato rispetto delle più elementari norme sociali, che danneggiavano i lavoratori e gli imprenditori privati non ha mai potuto o voluto fare nulla, bloccato dalla strumentale invocazione della “socialità”. Ricordo, a chi lo avesse dimenticato, che anche Zaccagnini fu ministro del lavoro e che nell’immediato dopoguerra il Pci di Ravenna aveva come segretario provinciale l’on. Giuseppe D’Alema, padre di Massimo, che è stato per diverse legislature vicepresidente della Commissione Finanze della Camera dei Deputati. L’on. Giuseppe D’Alema fu uno dei promotori della Cmc della quale poi un altro deputato comunista, l’on.Gianni Giadresco, diventerà una specie di “ministro degli esteri” per gli appalti di opere pubbliche che la Cmc riuscì ad ottenere dagli anni ‘70 specialmente in Angola e in Mozambico dove c’erano come “liberatori” i militari sovietici e cubani. Questi richiami storici ci servono per capire come il PCI-PDS-DS-PD abbia avuto un ruolo nel mantenere quei trattamenti fiscali privilegiati con cui le imprese cooperative (ormai in gran parte più capitalistiche assistite e favorite che mutualistiche) fanno concorrenza alle imprese private agricole, di costruzione, della distribuzione e dei servizi non solo in Italia. E quando, dopo le imprese di costruzioni, di trasporto e di distribuzione commerciale, le “coop rosse” romagnole hanno messo le loro azioni nel campo assicurativo con l’Unipol passando alla finanza, Fassino e D’Alema hanno favorito e difeso ovviamente questo nuovo disegno. Ci sono vicende molto ovvie e semplici che dimostrano come a Ravenna ed in Romagna l’identità case del popolo, Hera, coop rosse ed istituzioni sia un tutt’uno con “Il partito”. Pensiamo a Giuliano ministro del Lavoro del Governo Renzi: Poletti Presidente Nazionale Lega Coop da Mordano, scrive un suo amico: “Giuliano Poletti lo conosco da una vita. Lui faceva lo speaker del gioco del tappo e io quello del gioco dell'uccellino alla festa de l'Unità del mercato ortofrutticolo. Stiamo parlando degli anni 1975/1976. Poi qualche anno dopo, quando ero segretario della FGCI di Imola, sostituì alla guida del partito Romano Bacchilega e restò ancora segretario quando tornai ad Imola nell'88.

Per questo motivo, storia e documenti alla mano, possiamo affermare che il democristiano Matteo Renzi è  un sostenitore dello straordinario  conflitto d’interesse rappresentato dalle coop rosse.

 

*Coordinatore di Azzurri ’94 con Silvio Berlusconi

sabato 19 luglio 2014

Ridolfi: “Le “coop rosse”? Un devastante inquinamento degli equilibri economici e politici del Paese” intervista



Rodolfo Ridolfi
 
Pubblicato il: 18 luglio, 2014 Autore: Paolo Duranti
Rodolfo Ridolfi, scrittore, storico, direttore di Free News Online (il notiziario di Free Foundation – www.freefoundation.com), è autore di un bellissimo libro, “Le Coop rosse – Il più grande conflitto di interessi nell’Italia del dopoguerra” (con interventi di Vittorio Feltri e Renato Brunetta), fondamentale per comprendere appieno un fenomeno allarmante che ha accompagnato l’Italia per decenni, condizionandone gli aspetti sociali, economici e … politici
di Paolo Duranti
“Ieri mi è capitato di acquistare uno zainetto, per 3 euro e rotti, all’Ipercoop di Piazzale Lodi, a Milano. Ho letto poi sull’etichetta che è stato prodotto in Cina, ed importato direttamente da Coop-Sesto Fiorentino. La cosa mi ha fatto un po’ incazzare, in Cina esistono veri e propri campi di lavori forzati, in cui sono costretti anche minori, donne e anziani. Mi domando se la Coop nazionale si sia informata ed abbia chiesto garanzie sulle condizioni dei lavoratori che hanno operato per il fornitore cinese. Visto che la Cina prevede anche espulsioni di fatto tramite il sequestro dei documenti, quindi di ogni possibilità di sostentamento e carcere per reati “d’opinione”, oltre a discriminazioni razziali verso tibetani e minoranze mussulmane. Ho inoltrato la mia protesta alla Coop, alle redazioni di Repubblica e del Manifesto, e ad Amnesty International”.
 Così scriveva tempo fa un cliente coop evidentemente ignaro di talune “logiche di mercato” che se messe in atto da piccoli imprenditori, artigiani e commercianti che danno lavoro a migliaia di persone e pagano regolarmente le tasse, l’intellighenzia del Paese si scatena provocando in parte dell’opinione pubblica scatti di indignazione. Indignazione che però, a quanto pare, funziona a fasi alterne: spesso dipende, infatti, dal colore della divisa che indossa l’imprenditore.
 Ad aiutarci a comprendere – attraverso un percorso ad ampio raggio – alcune dinamiche e realtà attorno alle quali sinora si è scritto troppo poco (e quel poco in modo non sempre limpido, diciamolo chiaramente) c’è un bellissimo libro-denuncia pubblicato da Edizioni Libero per Free Foundation: “Le Coop rosse – Il più grande conflitto di interessi nell’Italia del dopoguerra”, con interventi di Vittorio Feltri e Renato Brunetta.
 Ad illustrarci lo spirito dell’opera è l’autore, Ridolfo Ridolfi, direttore – tra l’altro – di Free News Online, il notiziario di Free Foundation (www.freefoundation.com).
 Direttore, nel libro si punta l’indice contro una situazione anomala regnante nel mondo cooperativo. In che senso?
 “Forse si tratta di un fenomeno che va ben oltre una situazione anomala, come la descrive lei … La verità è che da decenni l’Italia è teatro di un triste spettacolo: la commistione di interessi tra una fetta consistente del sistema cooperativo e una parte politica ben definita. Un rapporto “insano” che purtroppo è sfociato in un vero e proprio conflitto di interessi”.
 
A questa situazione ha contribuito anche la legislazione farraginosa che caratterizza le cooperative?
 “Guardi, il riconoscimento dell’importante funzione sociale svolta dalle cooperative nel nostro Paese è sancito direttamente nella Carta Costituzionale, il cui articolo 45 è estremamente chiaro. Il problema però è un altro”.
 Cioè?
“Una cosa sono le cooperative sociali, senz’altro meritevoli di tutela e di misure di incoraggiamento, considerate le nobilissime finalità che perseguono. Ma attenzione a non confondere tali sane esperienze con le cooperative che muovono centinaia di migliaia di euro nei settori più disparati. C’è da preoccuparsi quando realtà economicamente importanti del mondo cooperativo, agevolate anche fiscalmente, provocano turbative del mercato, ad esempio sostenendo finanziariamente una parte politica”.
 Nelle Sue parole è chiaro il riferimento al ruolo del sistema cooperativo, soprattutto dell’area emiliano-romagnola, a sostegno di certi movimenti politici della sinistra italiana …
 “Da questo punto di vista, nel percorso travagliato che ha vissuto la sinistra italiana – dal Pci al Pd – non vedo soluzioni di continuità”.
 a nuova classe dirigente del Partito Democratico riuscirà a sovvertire la tendenza?
 “Ne dubito, visto che lo stesso premier, nonchè segretario di quel partito, non è mai stato critico nei confronti di questo sistema. Anzi, l’ha addirittura portato al Governo …”
 Si riferisce al Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Giuliano Poletti?
 “Certo”.
Sta di fatto che le cooperative in Italia hanno fatto il loro ingresso in settori economici strategici per il tessuto produttivo del Paese.
 “E’ proprio così: dalla grande distribuzione organizzata (Coop) al settore energetico attraverso la multiutilities (Hera) intrecciata alle coop, alle coop costruzioni. Un efficace sistema di potere senza sostanziali vantaggi per i clienti e consumatori. Andiamo a vedere ad esempio i prodotti posti in vendita sugli scaffali degli ipermercati Coop: troviamo il giocattolo cinese proprio come in numerosi altri punti vendita”.
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 Il libro “Le Coop rosse – Il più grande conflitto di interessi nell’Italia del dopoguerra” è scaricabile gratuitamente dal sito www.freefoundation.com
 
 

venerdì 18 luglio 2014

IL CENTRO DESTRA ITALIANO O E' BERLUSCONIANO O NON E' BERLUSCONI ASSOLTO PROCESSIAMO I GOLPISTI




 

Comunicato IX Convention Azzurri '94
Berlusconi assolto e ora ci risarcisce il danno morale politico elettorale che ci hanno causato i golpisti? E adesso Commissione parlamentare d'inchiesta sui fatti oscuri che hanno stravolto con un golpe la democrazia in Italia. Questa sentenza impone di riscrivere la storia di questi anni. Ed impone, come minimo risarcimento, la grazia subito per Silvio Berlusconi, se esiste un po' di decenza".

 Sciogliamo le ali alla libertà nelle Regioni Rosse

 “Gli azzurri del ’94 sono convinti che il centro destra italiano o è berlusconiano o non è…. “
In vista delle Elezioni Regionali del 2014 e del 2015 si svolge a Marradi in Provincia di Firenze, nella Romagna Toscana la IX Convention di Azzurri'94 il movimento politico fondato nell'autunno del 2012 da Rodolfo Ridolfi per il ritorno a Forza Italia. L'appuntamento di Marradi di sabato 9 agosto sarà il primo contributo di idee e di programmi per realizzare dopo quarantaquattro anni l'alternativa al regime delle giunte rosse e delle cooperative rosse.

Nell’evento di Marradi che anticipa la nave azzurra del 13 settembre Azzurri ’94 inizierà a valutare le modalità del suo impegno elettorale in Forza Italia e nel Centro-Destra in occasione delle possibili primarie di coalizione e delle elezioni regionali.

mercoledì 9 luglio 2014

Errani si dimette dopo la condanna per TERREMERSE:


L’ora dell’alternativa dopo 44 anni di regime PCI-PDS-DS-PD-Coop


Rodolfo Ridolfi

Nel denunciare lo stretto legame tra PCI - PDS - DS - PD e coop rosse ho rischiato in questi anni di essere monotono e additato come visionario. Chi vive nella nostra Regione può constatare come questo binomio politico economico rappresenti una vera cappa del sistema condizionandolo fortemente. Le recenti azioni della magistratura penale e amministrativa, la condanna in appello di Vasco Errani e le annunciate dimissioni del Presidente dell’Emilia Romagna non pongono evidenziano solo i casi più eclatanti, ma il più grande conflitto di interessi d'Italia che ha tanti altri attori e tante altre cooperative e aziende che beneficiano di un clima tutto particolare soprattutto nelle regioni rosse. Il dato politico è evidente: nelle Regioni rosse si consuma da decenni il più grande conflitto di interessi dell'Italia del dopoguerra, un vero sistema di potere che piega e condiziona, la burocrazia, le imprese private e i cittadini. Dobbiamo rimuovere quella cappa di oppressione che ingessa il sistema democratico della regione Emilia-Romagna e mettere in discussione sotto l'operato di quella classe dirigente dedita al valzer delle poltrone nell'amministrazione pubblica, nel partito e nelle coop rosse. Dobbiamo denunciare come nel momento di massima oppressione fiscale per le famiglie e per le imprese sia intollerabile lo stato di esenzione fiscale e di elusione fiscale legalizzata di cui godono le coop rosse.

Così come appare un paradosso che a guidare il ministero del Lavoro sia stato chiamato il Presidente di Lega Coop Giuliano Poletti in evidente conflitto di interessi, altro che Berlusconi. Oggi la buona politica avrebbe il dovere di intervenire subito per introdurre misure perequative del mercato che riportino la cooperazione nel suo alveo naturale. Noi di Forza Italia, non tutti per la verità, ci siamo battuti per smascherare il conflitto di interesse e l’intreccio non sempre trasparente e lecito fra coop rosse e istituzioni governate dal PCI PDS DS PD. Il mio libro del 2007 Le coop Rosse il più grande conflitto di interessi nell’Italia del dopoguerra racconta molte situazioni che hanno visto protagoniste, in negativo, le coop rosse. Non sono quindi sorpreso di Terremerse né delle altre vicende che vedono coinvolte le coop rosse. Su Terremerse,  faccio parlare alcuni brani delle pag 39-40 del mio libro: “…Vasco Errani …dal 1999 presidente Ds della Regione. Il fratello (Gianni) presidente della cooperativa agricola rossa Terremerse è padre di Linda attuale sindaco ds di Massalombarda: Da Massalombarda proviene anche Guido Tampieri…assessore all’agricoltura e poi sottosegretario alle politiche agricole del Governo Prodi. Nel 2005 Terremerse ottiene dalla Regione contributi per 2.500.000 euro ed un importante contributo è alla firma del direttore generale dell’agricoltura per il 2006. (Sarà quello da un milione oggetto delle attenzioni dei magistrati) Qualche conflitto d’interesse è difficile sostenere che non esista. Ovvio, il forte intreccio Ds-Lega Giunte rosse…. Quindi, avanti tutta, come prima e più di prima… Le “coop rosse” sono l’arma più militante nel settore economico-imprenditoriale- commerciale della sinistra ed hanno fatto e fanno del Pci-Pds-Ds-Pd il primo partito della Regione. Noi rispondiamo a chi vorrebbe farci credere che le coop rosse sono autonome dai Ds e dalla pubblica amministrazione: come mai quasi tutti i dirigenti coop sono dirigenti attivi del Pci-Pds-Ds-Pd.

 

In vista delle elezioni regionali i militanti di Forza Italia in Emilia-Romagna, come e in tutte le Regioni Rosse dove sono animati da una forte passione civile devono perseguire senza incertezze un preciso impegno democratico: rendere effettiva e compiuta la democrazia dell’alternanza e superare il monopolio politico-istituzionale del centro-sinistra. Sappiamo di dover sacrificare molto, nel lavoro e negli affetti, perché la speranza di rinnovamento delle istituzioni e della politica non vada delusa. Per vincere questa sfida dovremo avere testa ed essere capaci di parlare al cuore della gente. Dovremo essere capaci di difendere la persona, la sua dignità, la vita umana, la nostra identità culturale, civile e religiosa. Dovremo essere capaci di scelte coraggiose, di realizzare istituzioni al servizio della società civile e non delle burocrazie che vi lavorano, perché, nonostante tutto, c’è una società civile pronta ad assumersi maggiori responsabilità. Possiamo e dobbiamo rigenerare la politica, perché abbiamo cuore e idee per riuscirci. Lasciare ai nostri figli una Regione migliore è’ ciò che ci fa dire con orgoglio di essere “azzurri 94”, di essere berlusconiani di Forza Italia.